Enrico De Carli Pianista & Compositore Jazz
Sono Enrico De Carli nato nel secolo scorso dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Mio padre era un bravo pianista e ancor migliore compositore e mi ha cresciuto facendomi ascoltare al pianoforte, tra le tante musiche, le sublimi melodie e armonie di Puccini.
Suonare il pianoforte per me era d’obbligo ma io, autodidatta per temperamento, dopo pochi anni di studio, mi dedico al jazz che, attraverso i 78 giri di Louis Armstrong e Bix Beiderbecke, mi aveva affascinato. Era il frutto di una profonda passione per gli Stati Uniti che un libro di John Gunther Inside America aveva suscitato in me. Organizzo nel corso della mia giovinezza diverse jazz band sino ad arrivare al Milano Dixieland Group che, negli anni dedicati al jazz tradizionale, rappresenta l’acme per la qualità delle esecuzioni e l’originalità degli arrangiamenti, come alcuni critici dell’epoca mi riconoscono.
Banali ragioni di sopravvivenza mi inducono a non scegliere la professione di musicista, ma a condividerla con un impiego, che, nel corso di oltre quarant’anni, mi darà importanti riconoscimenti tra i quali la Stella al merito della Repubblica da parte del Presidente Ciampi e l’Ambrogino d’oro.
L’evoluzione del jazz mi appassiona e ancor più la musica del dopoguerra dal bop al cool jazz, dal modale all’hard bop. Due pianisti mi colpiscono anche se profondamente diversi l’uno dall’altro: Oscar Peterson, la ricchezza d’idee in un bagno di swing, Bill Evans, la raffinatezza armonica intrisa di tristezza, e dal loro ascolto cerco di catturare spunti che muovano la mia fantasia che so ampia.
Scelgo la forma del classico trio per le mie esecuzioni in locali milanesi dalle Scimmie al Ca’ Bianca e in qualche raro concerto.
In quegli anni inizio ad accompagnare le esecuzioni con brevi testi che aiutino il pubblico a comprendere meglio ciò che eseguo; sono dedicati ora all’autore del tema ora al mondo del jazz e della canzone americana. Il pubblico apprezza questa forma-spettacolo, che rimarrà uno strumento distintivo che perfezionerò ulteriormente nei recital dedicati ai due massimi compositori americani, George Gershwin e Cole Porter, presentati in prestigiose rassegne quali il Convegno dedicato a Gershwin organizzato dal quotidiano La Repubblica e dal Teatro alla Scala e i recital su Cole Porter con Tiziana Ghiglioni al festival dell’Unità. Questi spettacoli sono il frutto di uno studio, che per me dura tuttora, di quel monumento che è la produzione americana di song, che io, contrariamente ad alcuni, continuo a ritenere strumento fondamentale di espressività per un musicista di jazz.
Altrettanto tema di studio è per me la storia del jazz e dei suoi esecutori, che diventerà argomento di un corso per oltre 300 studenti della scuole medie e di lezioni concerto.
Nella mia storia musicale è fondamentale l’incontro con Europa Radio una radio indipendente che negli anni ’80 fa ascoltare jazz senza pubblicità; la sua rubrica Jazz in diretta mette in onda molti musicisti favorendo la formazione di gruppi estemporanei.
La mia frequente presenza mi fa conoscere positivamente ancor più quando una mia composizione Blue Elda dedicata a Elda Botta, animatrice e finanziatrice della radio, vince il referendum al quale avevano partecipato i più famosi musicisti italiani. Da quel momento le mie occasioni di esibizioni in locali e concerti saranno più frequenti e con importanti musicisti e cantanti italiani e stranieri. Voglio solo ricordare l’incontro con Martial Solal, il grande pianista franco-algerino, in occasione di un comune concerto per un’importante rassegna milanese. Dopo il sound-check conversando con lui spiegavo che ero un dirigente bancario, al che lui replicava che a suo giudizio ciò non era possibile. Terminato il mio concerto mi venne incontro dandomi la mano e accompagnando il gesto con un très professionel (molto professionale).
Finalmente viene il momento, è storia recente, di registrare i miei lavori in due cd, il primo Fuggevole soprattutto dedicato alle mie composizioni e il secondo We love Cole con le musiche di Cole Porter. Sono il frutto di una vita dedicata, anche se non totalmente, al jazz e sono stati profondamente pensati; anche per questi motivi hanno riscosso grande interesse in pubblico e critica e sono considerati da molti ascoltatori meritevoli di frequenti ascolti.
Le esperienze importanti più recenti:
Un concerto nel tempio dell’opera, il Teatro della Scala, luogo non frequentato abitualmente dai jazzisti, il che mi rende particolarmente orgoglioso. Ho presentato con grande successo e altrettanta emozione gli arrangiamenti di brani famosi e mie composizioni. Il nuovo cd “Swinger or poet” dedicato pressoché totalmente alle mie composizioni. Con me nuovi musicisti d’età ed esperienze diverse ma dai comuni intenti musicali primo fra tutti lo swing, con i quali ho costruito Born to swing. Mi sono anche dedicato al teatro scrivendo il copione di “Tea for two”, dialogo musicale a quattro voci tra un attore, un’attrice, una cantante ed un pianista. Il titolo è tratto dalla famosa canzone di Vincent Youmans che, insieme ad altri temi celebri, costituisce la parte musicale del lavoro che si dipana intorno alla storia di due amanti vissuta nella New York degli anni ’40. Da questo è nato l’omonimo e-book multimediale con la presenza mia e della brava cantante Eleonora d’Ettole. L’esperienza in verità era iniziata prima con i due e-book “Il Jazz questo sconosciuto conosciuto” scritti per la nota casa editrice Dante Alighieri e classificatisi nella settimana di uscita al sesto e settimo posto della classifica.
L’originalità di queste due opere divulgative della musica jazz dalle origini sino agli anni ’30 consiste nell’uso intenso della multimedialità che concede al lettore/ascoltatore una conoscenza più completa. La concreta traduzione di quanto sopra è consistito nell’arricchire il mio lavoro di partiture che un software rende sonore per i non musicisti, di mie registrazioni pianistiche, di fotografie da me scattate negli Stati Uniti e d’innumerevoli link con You Tube, grazie ai quali ascoltare i dischi che io illustro.
La mia attività di scrittore si è arricchita del romanzo “Vite Svitate” pubblicato da Prometheus nella collana di narrativa contemporanea Le Rune. L’opera narra la vicenda di una eredità piovuta su quattro persone sconosciute al defunto e che, per conseguirla, debbono affrontare un percorso di vita in comune irto di regole, che, se non rispettate, ne comporteranno la perdita. Un romanzo movimentato, avvincente e ricco di sorprese sino all’ultimo.
In conclusione i nomi di qualche musicista con i quali ho collaborato: Franco Cerri, PaoloTomelleri, Sergio Fanni, Bruno De Filippi, Tiziano Tononi per i musicisti italiani e Jo Joyner, Buster Smith, Attila Zoller, Hugo Heredia, Martin Dietrich per gli stranieri; tra le cantanti Paula Parfitt, Shirley Bunnie Foy, Roberta Gambarini, Tiziana Ghiglioni ed Eleonora D’Ettole. Infine i miei partner nei cd: il trombettista Mario Mariotti, i sassofonisti Takahiro Kitte e Luca Segala, il chitarrista Vittorio Chessa, i contrabbassisti Andrea di Biase e Valerio Della Fonte, e i batteristi Luca Colombo e Toni Boselli.